Quotidiano in classe – Thiene

“Quotidiano in classe”

Oggi leggiamo i quotidiani con l’obiettivo di lavorare sulla “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne”. Le studentesse  della 4APTH sono molto serie nella loro ricerca. Così fin da subito “saltano fuori” sia dal Giornale di Vicenza sia dal Corriere della Sera, diversi articoli su questo tema. Un tema attualissimo, scottante che coinvolge e suscita in classe molte reazioni, tra domande, idee, proposte.
Le studentesse della 4AP leggono con attenzione, parlano, discutono e alla fine dicono con forza  “NO” alla violenza, qualunque essa sia, ma soprattutto “NO” alla violenza sulle donne!

CLASSE 4AP

La prof. Monica R. Carli in classe 4^APTH


Classe 3AM

#203

Riflessioni sulla gita a Monaco

Quest’anno sono arrivato al professionale e ci starò tre anni. Professionale denigrato e degradato, stigmatizzato e delegittimato, contenitore, dicono, di disagio e luogo di emarginazione.
Che cosa si scopre a Monaco? Intanto che vivere può essere una gran bella cosa. Vivere è a volte qualcosa di faticoso, qualcosa di opaco e grigio, ma può essere anche una roba forte. Sorrisi, brindisi, abbracci, urla sguaiate che riempiono di una gioia gridata le fredde vie del centro. Così scopri che questi ragazzi screditati sono fantastici. Sono vitali, energici, ma sanno essere inaspettatamente solidali. E’ vero, ogni tanto vibravano nell’aria sonore trivialità, ma poi si aiutavano l’un l’altro, dietro una forma sbilenca c’era vera sostanza. Così questa visita di istruzione mi è sembrata anche un laboratorio politico, di quella comunità ideale che i politici non sanno più immaginare o finiscono per ostracizzare. I bianchi aiutavano i neri e i neri aiutavano i gialli, perché questi ragazzi non vedono più il nero, il bianco e il giallo. Se vuoi superare il razzismo, la pratica della diversità vissuta, quella vera, prova a conoscere questi ragazzi. Poi, se qualcuno si sentiva in difficoltà o aveva qualche problema, non è mai stato lasciato solo, il gruppo lo ha sempre incluso e aiutato. Questi ragazzi mi hanno subito accolto, molte volte mi hanno fatto sentire un sincero affetto. Grazie. Poi i colleghi. Penso che ogni anno scolastico dovrebbe cominciare con una “gita” obbligatoria di una settimana. Persi nelle nostre aule e i corridoi non ci conosciamo, ci sfioriamo senza mai incontrarci. In visita di istruzione ti scopri, costruisci in pochi giorni relazioni forti, cosa che dovrebbe essere fondamentale nel nostro lavoro. Ho incontrato personalità diverse: il timido, il burlone, chi è più adatto alla leadership e chi è più collaborativo. Tutte persone aperte, simpatiche, estranee ad ogni moralismo, empatiche, capaci di capire i ragazzi e di voler loro bene. Sarà una fortuna lavorare con colleghi così!
Resteranno il training di “venitudine” ai colleghi “teroni”, attraverso un percorso di avvicinamento alle nostre tradizioni; il corso “guida alla carrozzella” all’altra collega “meso terona”; i canti tradizionali vicentini tipo “bevilo, bevilo, bevilo” all’Hb del centro; la corsa con i manutentori fino alla “Piasa de Maria”; gli stinchi del mezzogiorno digeriti dopo cena; il contratto di lavoro dei ragazzi della manutenzione con l’imprenditore scozzese o con l’olandese che ama il whisky e le colleghe con la frangetta; l’Irish pub; “Heil, Maule”; Frau Mauler; i coloriti e veraci turpiloqui dei ragazzi, che spesso cercavamo di reprimere, ma che, a volte, ci strappavano un sorriso perché esprimevano vitalità, amore per la vita, goliardico senso di appartenenza; la corsa notturna con la mia ragazza favolosa a cercare un bagno, con il collega “napoletano favoloso” che nel cercare il bagno si perde (la strada era tutta dritta) e torna in taxi; i corsi di cultura alimentare naturalista-bio-green-km zero della collega che poi beve solo birre da litro e mangia solo stinchi.
Insomma tutta vita. L’ennesima conferma che fare l’insegnante e stare con i ragazzi è un privilegio, e rimane il lavoro più bello del mondo.
Schio, 20.11.17

Prof. Carlo Cunegato

#202

Catapultati in un nuovo mondo: visita al CERN di Ginevra

Martedì 3 ottobre. Un giorno davvero esaltante per me e per altri sette studenti, uno per ogni istituto superiore scledense. Come viaggio premio offerto dal Comune di Schio in collaborazione con l’Associazione Distretto della Scienza, abbiamo visitato il più grande laboratorio di ricerca su scala europea e mondiale: il CERN di Ginevra. Abbiamo raggiunto il Centro Europeo per la Ricerca Nucleare accompagnati dal sindaco Orsi, dall’assessore alle Politiche Giovanili Corzato e da un consigliere comunale. La visita è stata resa possibile grazie a una ditta scledense, l’Alcatechnology che, in collaborazione col CERN, ha realizzato un criostato ovvero uno strumento che rileva le onde gravitazionali. Guidati da un rappresentante dell’azienda, l’ing. Lanaro, abbiamo visitato luoghi altrimenti non accessibili al pubblico: siamo entrati nella centrale operativa dell’LHC (Large Hadron Collider, grande collisore di adroni) dove vengono elaborati i dati delle collisioni. All’interno di questa sala sembrava di trovarsi in una stazione spaziale, di essere stati catapultati in un nuovo pianeta… una sensazione indescrivibile! Entusiasmante anche aver visto in diretta, attraverso uno schermo, l’interno della stazione spaziale orbitante dove molti ricercatori fanno studi sperimentali sulla materia oscura. Ogni stabilimento che abbiamo visitato era preposto a un compito specifico, dove si costruivano i componenti per gli acceleratori, dove veniva effettuato il collaudo e dove l’installazione.
Una grande emozione anche trovarsi nel luogo in cui, vent’anni fa, fu creato il www (World Wide Web) con lo scopo prioritario di diffondere e condividere con gli altri laboratori di ricerca mondiali i dati rilevati e i risultati conseguiti; fu un’ idea ambiziosa nata per potenziare al massimo le conoscenze su un universo quasi totalmente inesplorato che ci riserva ancor oggi milioni di domande. Ed è altrettanto affascinante pensare agli esiti rivoluzionari che ha portato l’introduzione del web nel nostro piccolo mondo.
Un momento in particolare mi ha trasmesso l’idea della dimensione mondiale di questo luogo unico: abbiamo avuto la fortuna di poter pranzare nella mensa dei dipendenti del CERN con più di 10000 ingegneri e ricercatori provenienti da più di 100 nazioni diverse. Stare a tavola in questa enorme comunità che lavora per l’innovazione scientifica è stata una sensazione eccezionale! La cosa che più mi ha impressionato è che anche se molte nazioni sono in conflitto tra loro come Iraq e Iran, al Cern tutti i lavoratori hanno lo stesso scopo: collaborare per la ricerca. Ecco perché può essere considerato un luogo dove i confini non hanno più senso: non a caso si trova proprio a cavallo del confine tra Francia e Svizzera; se ogni due passi il cellulare ci segnalava che eravamo giunti in una nuova nazione, nel giro di poco tutto questo ci è sembrato ridicolo e sorpassato; in realtà siamo entrati in un nuovo mondo, dove i confini non hanno più senso e quello che conta è la comunità del sapere.

Fabrello Marco 4CMa

#200