La Giornata Mondiale dell’Acqua 2015

Acqua e sviluppo sostenibile

La Giornata Mondiale dell’Acqua fu istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 e l’anno seguente, nel 1993, la si è celebrata in tutto il mondo per la prima volta.
Ogni 22 marzo gli stati aderenti si impegnano a promuovere iniziative e attività volte alla tutela di questo preziosissimo bene.
L’acqua è vita, è essenziale per tutti noi e dobbiamo essere consapevoli che, nel futuro, per questa risorsa, che non è inesauribile, potrebbero scatenarsi nuove guerre.
NOI dobbiamo anche pensare a chi, per sua sfortuna, non ha acqua e vive in condizioni di estremo bisogno e a quelli che, per un vaso d’acqua, devono farsi km e km a piedi. In Italia, per questo evento verrà un aiuto dall’EXPO di Milano che, con una grande risonanza internazionale, darà il suo contributo con una giornata dedicata interamente all’ACQUA.

Giovanni Scapin

Water is health,
Water is nature,
Water is urbanization,
Water is industry,
Water is energy,
Water is food,
Water is equality,
Water is our world”

Acqua è salute,
Acqua è natura,
Acqua è urbanizzazione,
Acqua è industria,
Acqua è energia ,
Acqua è cibo,
Acqua è eguaglianza,
Acqua è il nostro mondo”

Un water - 22 march - World Water Day

Un water – 22 march – World Water Day

Il dovere di sognare

Il Bangladesh e noi. All’interno del Progetto Garbin Solidale, le quarte e quinte del settore Commerciale del nostro Istituto, hanno portuto incontrare Lucia Riceputi, studentessa di vent’anni, e assistere ad un suo intervento che ha avuto come argomento principale la situazione sociale e culturale del Bangladesh a partire dalla sua esperienza diretta di volontaria all’interno della missione Apg23. L’incontro è stato molto piacevole, ma anche parecchio duro: da una parte la popolazione che non si arrende alla povertà e che non dà per scontato niente, neanche il futuro, che vive attimo per attimo, ma, dall’altra, una società dove esiste ancora un principio di gerarchia immutabile, che esclude migliaia di persone, la divisione in caste, che considera la disabilità come un castigo per le colpe commesse, che relega le donne prive di protezione dei mariti alla prostituzione o ad altri lavori degradanti e che costringe centinaia di bambini alla vita di strada, privati dell’affetto e dell’amore di una famiglia, oltre che di istruzione e possibilità di costruire un domani diverso. Queste forme di emarginazione sociale, che non vengono scritte sui libri e di cui non avevamo mai sentito parlare, sono invece state presentate in maniera chiara e specifica da Lucia, a partire da quanto lei ha visto e sperimentato, dalle amicizie che ha stretto, prima fra tutte quella con una ragazza a lei coetanea, già madre e moglie di due uomini che l’hanno abbandonata.

Gli occhi di Lucia ci hanno messo faccia a faccia con una realtà diversa, una vita diversa, una mentalità diversa, un mondo che ci sembra così lontano eppure è parallelo al nostro, che invece è fatto di tantissime opportunità che spesso ci lasciamo sfuggire e anche di tante cose superflue, che sembrano fondamentali e invece ci fanno dimenticare il vero senso della vita: le relazioni. Lucia ci dice che quella è la vera povertà, la povertà nelle relazioni, il mancato riconoscimento dell’infanzia, della dignità umana, della voglia di amare, della possibilità di scegliere chi sposare e che lavoro fare, l’assenza di rispetto nei confronti della diversità, l’impossibilità di accedere all’istruzione.

Non ci viene spontaneo pensare a chi può permettersi a mala pena un tetto sotto cui vivere, ragazzi della nostra età costretti a lavorare per aiutare economicamente la propria famiglia, bambine prostitute perchè nate da madri prostitute, donne che vengono abbandonate dai mariti che perdono automaticamente il proprio valore e la propria dignità, bambini disabili uccisi o abbandonati per non rovinare l’onorabilità della famiglia. Non ci mettiamo mai a pensare “ma io concretamente cosa potrei fare?”, non ce lo chiediamo perché pensiamo ai nostri problemi che crediamo grandi, ma se li mettiamo a confronto con quel che succede intorno a noi non sono poi un granché.

Ce lo dice Lucia cosa fare, e non è mandare contributi o soldi, ma sognare, sognare in grande, e sperare. Sognare non è solo un diritto, ma un nostro dovere, un dovere nei confronti di chi, adesso, ora, in un’altra parte del mondo, non lo può fare.

Milena Dal Bosco, Andrea De Rigo, Cristina Costa, Manuel Dal Santo, Francesca Caprin, Ylenia D‘Autilia


Lucia Riceputi

Lucia Riceputi


Non dalla guerra

Anche il Garbin in prima linea. L’istituto professionale Garbin, come già fatto precedentemente con l’Istituto Effetà di Betlemme, si sta attualmente mobilitando per sostenere il progetto Non dalla guerra presentato agli alunni da Tommaso Carrieri, membro Caritas. Non dalla guerra ha come obiettivo quello di realizzare una serie di interventi in zone di conflitto, più o meno conosciute, per migliorare la vita dei civili e informare e sensibilizzare i cittadini italiani, attraverso i racconti diretti di chi le ha visitate. In risposta a questo incontro, colpiti da quanto ascoltato e mossi dal desiderio di partecipare attivamente, gli studenti di 4 BC dei Servizi Commerciali hanno deciso di proporsi come classe capofila per pianificare e organizzare una raccolta fondi da destinare al progetto. Lo scopo è quello di sostenere una scuola in Giordania che possa accogliere 30 bambini siriani fuggiti con le loro famiglie e assicurare loro un programma di studi di 5 anni. Si mira a educare i bambini e a far acquisire loro abilità e competenze scolastiche, un maggiore benessere psicosociale e ridurre di conseguenza lo stress dall’aver vissuto direttamente la guerra. Ridurrà inoltre il rischio che i bambini possano essere sfruttati o costretti al lavoro minorile, oltre che fornire un contesto sano e positivo dove trascorrere gran parte della giornata.

Per sostenere Non dalla guerra l’Istituto Garbin che si distingue per un progetto interno, il GARBIN SOLIDALE, dedicato interamente alla conoscenza delle attività di volontariato, cittadinanza attiva e promozione dell’integrazione e alla realizzazione di azioni concrete di aiuto, ha deciso di raccogliere i fondi mediante la distribuzione, all’interno della struttura, di torte preparate dagli alunni. L’importo che gli studenti andranno a incassare sarà un piccolo contributo utile per il raggiungimento della quota di 115.000 euro prefissati per poter realizzare il programma nella convinzione che i grandi risultati si raggiungono sempre a partire da piccoli passi e che ciascuno può metterci del proprio per rendere il mondo un luogo –                    Cristina Costa, Ylenia D’Autilia


Garbin solidale (2) NON DALLA GUERRA


Garbin solidale (3) NON DALLA GUERRA


Garbin solidale (5) NON DALLA GUERRA