Usa la tua forza, non quella degli altri

Lunedì 3 Aprile 2017 noi alunni delle tre classi dell’indirizzo servizi socio-sanitari ci siamo recati presso la comunità di San Patrignano, una comunità terapeutica di recupero per tossicodipendenti fondata nel 1978 da Vincenzo Muccioli che fino ad oggi ha accolto oltre 25.000 persone gratuitamente. Si trova in provincia di Rimini, in una particolare posizione collinare circondata da vigneti.

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Questa struttura accoglie ragazzi in difficoltà che decidono per volontà loro di iniziare un’esperienza di vita nuova con lo scopo di riscoprire e “ricostruire” il loro corpo e la loro mente debilitati dall’uso degli stupefacenti. Attualmente gli ospiti della comunità sono circa 1.300 ,nella comunità svolgono la loro attività 109 operatori volontari e 313 tra collaboratori e consulenti. La comunità accoglie circa 50 bambini, figli di operatori e di ragazzi che svolgono il percorso, numerosi nuclei famigliari e più di 40 minorenni divisi in due strutture, una maschile e una femminile.
Alcune delle persone accolte svolgono il percorso in alternativa al carcere. I fondi necessari al mantenimento dei ragazzi e delle strutture derivano dalle attività e dai beni e servizi prodotti secondo il principio dell’autogestione. Da anni la comunità si impegna nel campo della prevenzione della tossicodipendenza, attraverso iniziative sia all’interno che all’esterno della comunità.
Una volta arrivati, siamo stati accolti da alcuni operatori volontari provenienti dal percorso di recupero che ci hanno accompagnato nel teatro della comunità dove uno di loro di 19 anni ci ha raccontato la sua storia. Di seguito è stato aperto un dibattito che ha favorito il coinvolgimento di pensieri ed emozioni, ad esempio ci ha colpito maggiormente la storia di un ragazzo che già all’età di 9 anni ha iniziato a fumarsi lei canne, questo lo ha portato a chiudersi in se stesso e ad evitare il dialogo con la sua famiglia. È iniziato tutto dalla mancanza di affetto da parte dei suoi genitori e pensava di trovare appoggio frequentando ragazzi più grandi di lui non accorgendosi che lo stavano trascinando nella brutta strada.
Successivamente per il pranzo, siamo stati accolti nella loro ampia mensa e i ragazzi si sono seduti a tavola con noi quindi abbiamo avuto l’opportunità di interagire e scoprire più in dettaglio la loro esperienza di vita.
L’esperienza che ci ha suscitato delle emozioni forti è stata quella di un ragazzo di 28 anni, il quale per farsi vedere grande dagli amici di suo fratello maggiore ha iniziato ad assumere cocaina all’età di 14 anni, il fratello che era, appunto, nella sua stessa situazione è morto 4 anni fa per overdose, in seguito a questo fatto il ragazzo di 28 anni ha deciso di entrare in comunità per la paura di fare la stessa fine del fratello.
Nel pomeriggio abbiamo visitato alcuni settori lavorativi presenti all’ interno della comunità, ovvero laboratorio di grafica e stamperia, il settore tessile, il laboratorio della carta da parati, la cantina e il centro medico.
Questi settori favoriscono l’apprendimento di una professione e dunque danno ai ragazzi la possibilità di reinserirsi nella società e nell’ambito lavorativo.
La gita ci ha fatto capire e riflettere su quanto facile possa essere cadere nella dipendenza da sostanze le quali portano le persone a perdere le relazioni sociali e soprattutto le relazioni affettive: nella maggior parte dei casi si tratta di situazioni di disagio sottovalutate e purtroppo addirittura ignorate sia dai soggetti interessati che dalle persone che gli stanno attorno.
Grazie a questa gita molti di noi hanno aperto gli occhi su questo argomento che, purtroppo, al giorno d’oggi è molto presente tra noi giovani.
Ciò che riteniamo più importante è dire no alla droga ma soprattutto dire no alle tentazioni negative della vita ,credere in sé stessi perché ognuno di noi è speciale a modo suo e per questo non c’è bisogno di nascondersi dietro a persone che non siamo perché vorrebbe dire mentire a noi stessi.

Schio,12 Aprile 2017

Partita raccolta fondi per una scuola terremotata

Ipsia Garbin. Partita raccolta fondi per una scuola terremotata

Una raccolta fondi per finanziare le attività di una scuola di Camerino, duramente colpita dal sisma dello scorso agosto in centro Italia. E’ questo il progetto messo in piedi dagli studenti dell’Ipsia Garbin di Schio, che ancora una volta dimostrano di avere una grande sensibilità.

La raccolta fondi va a beneficio dell’IpsiaErcoli” di Camerino, iniziativa che è stata proposta dall’alpino Lara Destro, ex studente del Garbin già in servizio nelle zone del sisma. La giovane militare infatti ha preso contatti con l’Ercoli, e ha coinvolto la sua ex scuola per cercare di reperire risorse per gli studenti terremotati. “Quella degli aiuti è stata inizialmente un’idea delle scuole di Torrebelvicino – ha spiegato Destro – che assieme agli alpini di Torre e Valli (Alpini riuniti per l’emergenza) volevano fare qualcosa per aiutare i ragazzi che hanno subito il sisma. Tramite alcune conoscenze mi sono messa in contatto con il preside vicario dell’ipsia di Camerino, pensando di coinvolgere anche il Garbin estendendo ad una rete più vasta gli aiuti”.
La raccolta fondi è iniziata durante l’ultimo visitone fatto al Garbin, “che ha subito riscosso un notevole successo – ha spiegato la coordinatrice, professoressa Ylenia D’Autilia – sia da parte dei professori che dei genitori degli studenti. I ragazzi hanno venduto torte, e con i proventi raccolti pensiamo di acquistare quello di cui la scuola ha bisogno,da materiale di cancelleria ad un PC portatile”.

“Pochi giorni fa abbiamo consegnato i primi materiali raccolti dalle scuole medie di Torre – ha concluso Destro – dai quaderni alle risme di carta per stampante, a breve porteremo giù anche dei banchi scolastici. Tutto materiale di cui a Camerino hanno necessariamente bisogno”.

di Federico Pozzer

Foto e articolo tratti da: www.ecovicentino.it

SCHIO – BETLEMME: tre anni di amicizia.

Sono stati gli studenti di 3BS, con l’aiuto della 2BS, a prendere il testimone della maratona di solidarietà che ha visto coinvolto il nostro Istituto per consentire il rinnovo del supporto a distanza della piccola Roha della scuola Paolo VI di Betlemme, all’interno del progetto GARBIN SOLIDALE. Grazie alla generosità di tutti gli studenti, dei genitori e del personale della scuola, per il terzo anno consecutivo, la nostra scuola è riuscita nell’obiettivo e oggi c’è stata la consegna simbolica della cifra raccolta alla rappresentante dell’associazione Il Filo Tatiana Rubini, alla presenza della Dirigente prof.ssa Maino e del sig. Federico Pozzer dell’Altovicentino on line.

Scrivono gli studenti: “Noi ragazzi della 3BS, troppo abituati ad avere tutto, spesso il superfluo, e a lamentarci per que16114894_10211183831050122_9109997525366692166_nl poco che ci manca, aderendo al progetto Garbin Solidale, abbiamo deciso di raccogliere questa piccola cifra che, anche se modesta, potrà contribuire a cambiare la vita di Roha. Questo progetto ci ha resi consapevoli dei quanto possa essere bello e gratificante il sostegno a distanza. Aderiamo a questa iniziativa da tre anni per assicurare a Roha la possibilità di frequentare l’Istituto Paolo VI di Betlemme in Palestina. Questa scuola ospita bambini e ragazzi audiolesi. Il progetto Effetà ci ha resi fieri di noi stessi in quanto ci ha insegnato a condividere il valore della solidarietà. Per questo abbiamo organizzato una raccolta fondi tramite la vendita di torte nella nostra scuola. Siamo felici di aiutare Roha e ci impegneremo anche nei prossimi anni a sostenere il progetto, in quanto come dice il nostro motto: UN’AZIONE PER QUANTO PICCOLA LASCIA SEMPRE IL SEGNO.”

Y. D’Autilia


Articolo tratto da Altovicentinonline.it


Ipsia Garbin, gli studenti adottano a distanza una bambina palestinese

di Federico Pozzer, @pozzfed
effetaSi chiama Roha la bambina sordomuta palestinese di 11 anni che gli studenti dell’Ipsia Garbin hanno adottato a distanza da tre anni a questa parte. Impegno proseguito anche quest’anno grazie agli splendidi ragazzi di una classe terza, che raccogliendo più di 300 euro vendendo torte hanno potuto permettere cure ed istruzione alla piccola ospitata all’Istituto Effetà di Betlemme, che accoglie 170 giovanissimi palestinesi affetti da sordomutismo.

Un progetto, quello dell’adozione a distanza di Roha, iniziato tre anni fa in collaborazione con l’associazione “Il Filo”, rappresentata dalla volontaria Tatiana Rubini. “Il Progetto Effetà è nato nel 2009 – ha detto – quando assieme ad un gruppo di amici abbiamo iniziato a svolgere attività di sensibilizzazione e raccolta fondi per l’istituto Effetà di Betlemme, in Cisgiordania, territorio difficile nel quale convivono a fatica israeliani e palestinesi. Nell’istituto, gestito dalle suore Dorotee di Vicenza, vengono curati e istruiti 170 bambini palestinesi sordomuti. Da tre anni collaboriamo con i ragazzi del Garbin – ha proseguito – giovani straordinari che hanno voglia di sporcarsi le mani. Ragazzi autentici che per il terzo anno di fila sono riusciti a sostenere le spese per l’adozione a distanza di Roha”. Grazie alla vendita di torte durante le assemblee d’istituto infatti la classe 3BS ha raccolto oltre 300 euro per garantire studi e cure alla piccola palestinese, che come tanti altri giovani abitanti la Cisgiordania soffre di sordità bilaterale.

Denaro che è stato consegnato alla volontaria sotto forma di assegno simbolico, dopo il racconto delle condizioni in cui opera l’istituto Effetà. “Fuori dallo stabile scoppiano bombe ogni giorno, ci sono soldati che requisiscono materiale ai palestinesi – ha proseguito Rubini – il contesto è veramente delicato, e in mezzo a tutto questo l’istituto Effetà è un’isola felice, dove i bambini crescono e imparano nonostante la loro disabilità”.
L’attività dei ragazzi del Garbin, coordinata dalla professoressa Ylenia D’Autilia, è stata applaudita dalla direttrice d’istituto Marina Maino. “Sono orgogliosa di voi – ha detto alla classe 3BS – la nostra scuola vuole essere attiva positivamente nel territorio. Voi ci avete portati addirittura fuori dall’Italia, in Palestina. Avete dato lustro e orgoglio al nostro istituto”.

“Questo progetto ci ha resi fieri – hanno concluso i ragazzi – insegnandoci il valore della solidarietà”. Solidarietà che ha il volto della piccola Roha, che gli studenti vedranno in diretta Skype a metà marzo.

Famiglie adottive alto vicentino

Cari soci e amici, eccoci pronti con le proposte di formazione per i mesi di febbraio, marzo e aprile. Con una novità per noi: la proposizione di un film.
I primi due incontri saranno tenuti dalla dott. Simonetta Vernillo che ha maturato esperienza di accompagnamento di gruppi di ragazzi adottati nei “viaggi di ritorno” e che proprio per questo saprà offrirci la vivacità e la concretezza del vissuto oltre che, naturalmente, le sue competenze di psicologa e psicoterapeuta.
Nella terza serata, ci accompagnerà invece il dott. Germano Parlato che spesso ha partecipato ai nostri incontri e di cui conosciamo la preparazione: ci aiuterà a riflettere su spunti e sollecitazioni proposti dal film.
Allego il volantino da cui potete evincere tutte le informazioni utili.
Vi aspettiamo davvero numerosi e vi chiediamo di aiutarci a diffondere l’invito ai vostri contatti eventualmente interessati.
Grazie davvero!
A presto
Il Direttivo FAAV – www.famiglieadottivealtovicentino.it

Famiglie adottive alto vicentino

Famiglie adottive alto vicentino

Betlemme-Schio: raccolta fondi per Roa’a

Questa mattina, presso il nostro istituto, dalle ore 8.10 alle ore 9.10, si è tenuto l’incontro di consegna ufficiale dei fondi raccolti con il Progetto Garbin Solidale per il supporto a distanza della piccola Roa’a del centro Effetà di Betlemme. Presente la sig.ra Tatiana Rubini dell’associazione Il Filo che da anni supporta la scuola di Betlemme e la dott.ssa Sara Panizzon del Gionale di Vicenza.

Betlemme-Schio: mondi che si incontrano nella solidarietà

Betlemme-Schio: mondi che si incontrano nella solidarietà

L’appuntamento si è aperto con il saluto della Dirigente Prof.ssa Maino che ha ringraziato la classe 5CC che, per il secondo anno successivo, si è fatta promotrice dell’iniziativa e gli altri studenti che hanno partecipato, supportando con la preparazione delle torte e con l’acquisto delle stesse. La Dirigente ha sottolineato l’importanza di essere cittadini attivi e come questo possa tradursi in azioni concrete che consentono a ciascuno di agire all’interno della propria realtà e collettività, anche attraverso piccoli, gesti che però si direzionano al miglioramento della società e di se stessi.

Successivamente Tatiana ci ha raccontato la difficile situazione che sta affrontando la Palestina, illustrando le problematiche che ogni giorno i bambini e gli operatori del centro di Effetà devono affrontare anche solo per raggiungere la struttura. In particolare ci ha mostrato un video che raccoglieva immagini della città di Betlemme, ripercorrendo il tragitto che porta all’Istituto: è stato come essere lì, arrivare fino alla porta di ingresso e entrare. Il video conteneva immagini riguardanti le attività che vengono svolte durante la giornata a scuola, le sedute di logopedia che consentono ai bambini di parlare e usare la voce nonostante la sordità, i momenti di gioco e quelli di vita quotidiana per gli alunni che si fermano a dormire nel centro, compresa la nostra piccola Roa’a. Inoltre Tatiana ci ha spiegato come il centro sia diventato, col tempo, una scuola di eccellenza e come sia potuto crescere, fino ad accompagnare i ragazzi a raggiungere la possibilità di svolgere gli esami di stato grazie a finanziamenti ottenuti da benefattori americani. Il video ci ha trasmesso emozioni forti, in particolare ci ha commosso il pensiero che nonostante le difficoltà i bambini riescono a giocare, cantare e ballare con la spensieratezza  che tutti i bambini della stessa età hanno. La gioia dell’infanzia non ha confini dove ci siano luoghi che riescono, anche in mezzo alla povertà o alla guerra o alle difficoltà, a creare spazi di serenità e di accoglienza.

Betlemme-Schio: mondi che si incontrano nella solidarietà

Betlemme-Schio: mondi che si incontrano nella solidarietà

Infine due ragazze della 5CC, Anna Passaretti e Michela Eberle che hanno coordinato tutta l’attività, hanno fatto un breve intervento nel quale hanno descritto come è stata gestita il progetto e le ragioni che hanno mosso la classe nell’impegnarsi a continuare la raccolta fondi anche dopo aver raggiunto la quota per il supporto a distanza di Roa’a pensando all’opportunità di finanziare, per gli altri bambini, progetti relativi al trasporto, nodo dolente a causa dell’attuale situazione di incertezza e pericolo.

Per noi ragazzi del Garbin è stata una grande soddisfazione riuscire nell’intento di realizzare l’obiettivo, accompagnati dal pensiero che, anche nel nostro piccolo, è possibile fare qualcosa di grande. Inoltre, grazie all’incontro, i ragazzi di 5CC hanno passato il testimone agli alunni di classe prima e seconda presenti con la speranza che il Progetto continui anche nei prossimi anni.