45^ Mostra dell’Artigianato dell’Alto Vicentino

Gentile Preside Maino prof.ssa Marina
Egregio Prof. Poto prof. Domenico
G.B. Garbin
Schio

Con la presente desidero esprimerVi la mia personale gratitudine, assieme a tutto il Comitato della 45^ Mostra dell’Artigianato dell’Alto Vicentino, per avere accolto l’invito a far partecipare ai ragazzi del Vostro Istituto ai lavori di workshop: “Giovani, Creativi, Intraprendenti”.
Come nelle nostre aspettative, è stato un evento ricco di input e spunti di riflessione e, ho il piacere di informarVi, ha visto la partecipazione attiva e attenta dei Vostri studenti.
Vi ringrazio per la Vostra lungimiranza nel riconoscere l’importanza nel percorso formativo dei ragazzi, di momenti di incontro con personaggi affermati in campo aziendale e al tempo stesso attenti alle dinamiche del mondo giovanile.
Fiducioso che nella collaborazione e nelle sinergie tra soggetti diversi sta il segreto per la buona riuscita di un evento, Vi ringrazio ancora e Vi mando i migliori saluti.

Roberto Benazzoli
Presidente
Mostra Artigianato Alto Vicentino

Schio Comunità Educante

Incontro pubblico

Nella mattinata di sabato 20 maggio io e la mia compagna di classe Beatrice, accompagnate dalla prof.ssa Scortegagna, ci siamo recate allo Spazio Conte per prendere parte all’incontro pubblico di progettazione partecipata nell’ambito del progetto “Schio Comunità Educante: una città che cresce con i suoi ragazzi e i suoi giovani”.
Durante l’incontro abbiamo trattato di tematiche e problematiche che coinvolgono i giovani all’interno della città e di che cosa si potrebbe fare, con il contributo di giovani e adulti, per rendere ancora migliore l’attuale si
tuazione.
Abbiamo svolto dei lavori di gruppo, coordinati dagli operatori del Centro Capta di Vicenza, su quattro temi: luoghi di incontro e di aggregazione dei giovani, potenziamento rete educante di Schio, progetti nell’area scuola/lavoro, potenziamento della genitorialità. Ho così avuto la possibilità di esprimere le mie idee, di confrontarmi con genitori ed adulti e di capire anche che cosa gli adulti vorrebbero per noi giovani.
Insieme abbiamo espresso le nostre proposte sui vari temi sperando di poterle rendere un giorno concrete.
E’ stata una bellissima esperienza, ho imparato molte cose e mi è particolarmente piaciuto avere la possibilità di dialogare con molte persone diverse tra loro.

Lina Chekri

Andiamo in questura…

L’11 Maggio noi ragazzi Peer in Action, nell’ambito del progetto riguardante il cyber-bullismo, abbiamo effettuato un’uscita presso la Questura e Polizia postale di Vicenza. Siamo stati accolti dall’assistente capo Mauro Miotello e dall’agente Fabio Marini che ci hanno spiegato i diversi tipi di bullismo e cyber-bullismo e le loro conseguenze, illustrandoci anche alcuni casi su cui hanno indagato. Ci ha molto colpito il caso di una ragazza contattata su FB da un uomo che, dopo una serie di messaggi conoscitivi, ha iniziato a richiederle delle foto “hot”. Quando la ragazza ha detto “BASTA”, l’uomo ha iniziato a minacciarla; per fortuna lei si è confidata con un’amica che l’ha convinta a rivolgersi alla polizia.
Dopo aver posto qualche domanda, abbiamo proseguito la visita presso l’Ufficio Volanti assistendo, in diretta, ad una chiamata urgente per intrusi in casa. Questa parte della visita è stata molto interessante perché abbiamo esaminato le immagini provenienti dalle telecamere che sorvegliano Vicenza, aspetti importanti e nuovi riguardanti il lavoro della polizia. Abbiamo potuto osservare, anche, la rilevazione dei braccialetti elettronici sui detenuti agli arresti domiciliari; ci è stato spiegato che il malfunzionamento viene segnalato con diversi allarmi, in base al tipo di evento. Successivamente siamo stati accolti dal signor Omar nell’Ufficio della Scientifica, lì ci ha illustrato il suo lavoro, spiegandoci dettagliatamente le varie fasi da compiere, ad esempio, per rilevare le impronte digitali ed effettuare le foto dell’indagato. Ha inoltre specificato che un uomo della “scientifica” non deve mai essere coinvolto in prima persona nell’ indagine per non compromettere la ricerca delle prove. Dopo di che siamo scesi nel garage, qui ci hanno mostrato le auto dotate di giubbotto antiproiettile, caschetto e spray al peperoncino sempre a loro disposizione ogni volta che sono in servizio. Qualcuno di noi ha indossato sia il giubbotto antiproiettile, molto pesante! che il casco protettivo. Infine abbiamo visitato la stanza per decontaminazione e le celle dove vengono trattenute le persone arrestate, in attesa di convalida del fermo, per un massimo di 24 ore.
Questa visita è stata molto stimolante, preziosa e siamo stati sorpresi di alcuni aspetti di questo lavoro: le persone che ci operano, la sorveglianza, le molte tecnologie che hanno a disposizione.
L’ attività, che ci è stata proposta dalle insegnanti Cannizzaro e Pianegonda a completamento del percorso effettuato insieme, a nostro parere sarebbe da suggerire anche nei prossimi anni, per informare e far riflettere i ragazzi sulle conseguenze del cyber-bullismo e sui mezzi a disposizione delle forze dell’ordine. Abbiamo imparato, infatti, che è molto importante creare momenti di confronto, durante i quali poter parlare del cyber-bullismo; solo in questo modo possiamo contrastarlo, difenderci ed aiutare gli amici in difficoltà.
Un’ultima curiosità: siamo stati tutta la mattina senza cellulare e senza chiedere di uscire …. Mitici!
Il gruppo Peer in Action

Uscita al Teatro Civico

Martedì 23 maggio gli alunni dell’area verde sono andati in visita al teatro civico di Schio, accompagnati dalle prof.sse Grigolo e Scortegagna e guidati dall’architetto Daniela Golcic, dal responsabile del teatro, sig. Marco Pianegonda, e dalla rappresentante della Fondazione teatro Civico, sig.na Stefania Dal Cucco.
Siamo stati accolti nel foyer e, dopo le varie presentazioni, ci siamo recati in platea dove ci è stata dettagliatamente raccontata la storia del teatro, dalla sua progettazione e realizzazione ai primi del novecento fino agli attuali lavori di recupero e restauro. Proseguendo la visita, siamo saliti sul palco dove il tecnico ci ha spiegato le funzionalità dei vari strumenti presenti all’interno della struttura. Salendo una rampa di scale ci siamo trovati nei camerini. Le nostre guide ci hanno raccontato di quanto sia importante per gli attori sentirsi come a casa e, proprio per questo, hanno pensato di ricreare un ambiente accogliente e famigliare inserendo: divani, bagno, specchi ecc. Una volta usciti dai camerini, abbiamo proseguito il giro salendo sulla graticcia, cioè la parte più alta dell’edificio, da qui i tecnici fanno calare le quinte e i vari oggetti che servono per la buona riuscita dello spettacolo. Da lì siamo scesi e siamo usciti nella balconata da dove abbiamo avuto il privilegio di ammirare il bellissimo panorama della città di Schio vista dall’alto. Successivamente siamo saliti nella parte più alta per vedere da vicino i lavori di ristrutturazione ed ampliamento dei posti per gli spettatori. Infine, siamo andati nella sala Calendoli cioè l’attuale sala conferenze, concludendo la nostra uscita.
Riteniamo che questa uscita sia stato molto interessante e coinvolgente perché ci ha permesso di conoscere nei dettagli una struttura di grande valore storico e culturale.
Ci sembra quindi giusto promuovere e riproporre questa iniziativa per il prossimo anno scolastico e ringraziamo chi ha permesso che questa attività fosse svolta.

Gli alunni dell’Area Verde

Visita al carcere S. Pio X di Vicenza

Il giorno 12 maggio scorso alcuni studenti delle classi quinte della sede di Schio hanno visitato la Casa Circondariale S. Pio X di Vicenza. L’iniziativa, organizzata dal Centro Sportivo Italiano, prende il nome di Carcere Lungo e consiste nel passare alcune ore entro le mura del carcere vicentino, per conoscere la condizione delle persone detenute attraverso sia testimonianze che un momento ricreativo condiviso, ossia una partita di calcio. Hanno partecipato la classe 5BM quasi al completo e le rappresentanze delle classi 5AM, 5CMa, 5DMa e 5CC, accompagnate dai professori Maculan, Marchetto, Napoli e Quinto.
La prima esperienza forte della giornata è stata quella di superare i cancelli d’ingresso: ognuno ha infatti dovuto consegnare telefoni, dispositivi elettronici, oggetti metallici o potenzialmente pericolosi, prima di passare sotto al metal detector. La polizia penitenziaria, rigorosa nei controlli, ha dato dimostrazione di ciò che significa applicare la legge senza ammettere eccezioni.

Le quinte della sede di Schio in visita al carcere S. Pio X di Vicenza

Le quinte della sede di Schio in visita al carcere S. Pio X di Vicenza

A quel punto gli studenti hanno raggiunto un salone, nel quale hanno potuto seguire gli interventi di un agente, un’educatrice e un’infermiera, per avere il quadro di quelle che sono le principali attività all’interno del carcere. Garantire la sicurezza è ovviamente uno dei compiti fondamentali dell’istituto, e a questo fine opera la polizia. Il carcere però non ha una natura solo punitiva, ma anche rieducativa: la persona detenuta dovrebbe essere messa nelle condizioni di fare un percorso di riflessione per elaborare il proprio passato e guardare al futuro in una nuova prospettiva. Ecco dunque perché gli operatori dell’area pedagogica sono così importanti: spetta ad essi proporre e condurre attività di promozione umana e sociale. Infine medici e infermieri dell’area sanitaria si impegnano per far fronte alle molte necessità riguardanti la salute di una comunità così numerosa (che varia a seconda dei periodi da 150 a 350 individui).
E’ stato dunque il momento dell’incontro con un detenuto, forse il più interessante per i ragazzi. Egli ha raccontato la sua storia di imprenditore, e le scelte attraverso le quali ha imboccato la via dell’illegalità: è stato infatti condannato per reati finanziari. Gli studenti hanno ascoltato con attenzione e posto domande sulla vita all’interno del carcere.
A seguire abbiamo visitato l’ufficio perquisizioni, nel quale vengono condotte le persone appena arrestate. Dopo il pranzo, che si è svolto all’interno della mensa degli agenti di polizia, un operatore del progetto “Il lembo del mantello” ha descritto le attività di reinserimento lavorativo proposte da questa associazione al fine di reintegrare gli ex detenuti in un tessuto economico e sociale di legalità.
Purtroppo le cattive condizioni climatiche dei giorni precedenti hanno reso impraticabile il campo da calcio: è stato dunque impossibile disputare la partita prevista, con grande rammarico da parte degli studenti che attendevano quell’appuntamento da tanto tempo. In effetti il contatto diretto con le persone detenute avviene proprio lì, sul campo da gioco, e durante il cosiddetto “terzo tempo”, ossia un momento di convivialità in cui, di fronte a un semplice rinfresco, chi vive in carcere può incontrare informalmente chi sta fuori, in un clima rilassato di rispetto e reciproca accoglienza.
La partita è stata comunque sostituita dalla visita ai mezzi della polizia penitenziaria, ossia i furgoncini per il trasporto in sicurezza dei detenuti, e dei locali per i colloqui con i familiari. I ragazzi hanno così avuto l’occasione di conoscere ambienti del carcere di solito non accessibili ai visitatori, completando il quadro tracciato con i precedenti interventi.
Si può dire che quest’esperienza è unica nel suo genere: non capita tutti i giorni di entrare in una casa circondariale. Ci si auspica attraverso queste iniziative che sempre più giovani riflettano sull’importanza della legalità, anche a tutela della propria libertà. Meglio pensarci due volte prima di commettere sciocchezze: questo il messaggio ribadito tante volte nel corso della giornata, che si spera possa aver attecchito anche in molti degli studenti del Garbin presenti all’iniziativa.