Cantiere Garbin, papà e figli al lavoro

DSC_5243Manutenzioni condivise tra studenti, genitori e insegnanti per sistemare la scuola e creare uno spirito di comunità. Sono questi gli obiettivi del progetto “Squadra manutenzione Garbin”, iniziativa che prevede cinque giornate dedicate alla sistemazione della sede thienese dell’istituto professionale statale di via Rasa. Ha preso il via alle 9 di domenica il primo appuntamento a cui hanno preso parte volontariamente una trentina di alunni, oltre a due genitori e due docenti. Fino alle 17 le cinque squadre di lavoro composte da ragazzi e ragazze di prima, seconda, terza e quarta si sono dedicate alla tinteggiatura delle aule e dei corridoi al piano terra, oltre che alla sistemazione del giardino esterno, la piantumazione di otto palme e la manutenzione delle singole aule. «Tre gruppi, muniti di pennello e colore, hanno prima pulito le pareti per poi procedere con la stesura di alcune mani di colore», spiega il responsabile del distaccamento thienese dell’istituto, il professor Federico Canale.

«Una squadra, poi, si è dedicata esclusivamente agli esterni, rimuovendo le piante infestanti e realizzando alcune fioriere nelle quali inserire le piante. Infine l’ultimo gruppo ha pulito e sistemato le lavagne, ha posizionato dei nuovi orologi da muro oltre a fissare stecche di legno sulle pareti di tutte le aule della sede thienese. Hanno preso parte all’attività gli studenti di tutti gli indirizzi di studio». Con un appuntamento mensile fino alla fine dell’anno scolastico, il progetto prevede anche la tinteggiatura delle aule rimanenti, la sostituzione dei battiscopa e l’installazione di alcune strisce in plastica per evitare che i banchi rovinino i muri. L’obiettivo è di coinvolgere a turnDSC_5325o tutti gli studenti del Garbin. «L’istituto ha investito circa 500 euro. Poi ci sono state donate da alcune aziende sensibili alla causa le palme, gli orologi e il colore. Infine ragazzi, genitori e docenti hanno volontariamente messo a disposizione un’efficiente forza lavoro», aggiunge il dirigente scolastico Marina Maino. «Manutenzioni di questo tipo non venivano effettuate da circa 10 anni: la scarsità di risorse, però, non ha bloccato la nostra iniziativa». Soddisfatti anche i ragazzi e i genitori. «È positivo che tanti nostri compagni siano accorsi, volontariamente, di domenica», affermano gli studenti Marco Turra e Pierantonio Simionato. «Questi interventi servivano». «Lavorando i giovani imparano a prendersi cura della propria scuola», concludono i genitori Gianantonio Peron e Franco Viero. «Ora siamo sicuri che si adopereranno ancora necessario».

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Marco Billo – Tratto da “Il Giornale di Vicenza

Tutti a casa! – Un bilancio

– Il docufilm –

foto di Anna Korpuzi inaugurazione 2Si è conclusa ieri la mostra TUTTI A CASA? che ha visto protagonisti gli studenti di 5LD del liceo Zanella e gli alunni delle classi V del settore commerciale dell’IPS Garbin. Una parte ha contenuto anche alcuni scatti di Tatiana Rubini e i lavori dell’artista ivoriano Kouassi Krou, valore aggiuto all’esposizione. Più di duecento persone, durante l’inaugurazione e i giorni successivi, sono passate al Toaldi Capra a visitarla, a vedere gli scatti con cui i ragazzi hanno declinato il tema dell’essere a casa: libertà, amore, cura, essere al sicuro e ancora una bimba che dorme, l’abbraccio di chi si ama, lo scorcio d’un lago, una tavola imbandita, un cane, il sorriso degli amici, un campo da calcio, i pattini, una porta che attende il ritorno e molto altro ancora.

foto Mostra Tutti a casa (10)


Casa quindi come speranza, senso si appartenza, futuro da costruire, persone da amare: figli da crescere, fratelli da accompagnare, genitori dai quali farsi proteggere e da proteggere, amici coi quali condividere. Casa come spazio dell’intimità: da attraversare a piedi nudi dopo essersi tolti le scarpe. Casa come punto di partenza, nido dal quale bisogna staccarsi per cercare il proprio posto nel mondo, ma anche centro sicuro al quale tornare. Non sempre però la decisione di andare è una libera scelta e non in tutti i casi è possibile il ritorno, perché ci sono case che non si possono più abitare, luoghi che non possono più accogliere e il partire diviene una necessità. È il caso dei rifugiati che, con il laboratorio per la produzione del video che porta lo stesso nome della mostra in collaborazione con Il mondo nella città, hanno condiviso la loro esperienza e il loro vissuto con gli studenti che ne hanno fatto parte. Casa è diventata perciò un modo per dire la nostalgia che riaffiora nella speranza di nuove radici.
foto Mostra Tutti a casa (3)


Essere e sentirsi a casa è il bisogno che ogni uomo si porta adosso come fosse scritto sulla pelle, è il desiderio di trovare un orizzonte che accolga e a partire dal quale orientarsi, identità che prende forma dello spazio dentro e fuori lo sguardo che lo attraversa. Le gigantografie degli studenti del laboratorio video parlavano proprio di questo: come zattere a ricordare la traversata del Mediterraneo di migliaia di persone, ma anche come tentativo di superare i limiti dei pregiudizi e delle frasi fatte per raggiungere rive di incontro e contatto per costruire un futuro dove ogni uomo abbia il diritto di trovare un luogo da chiamare casa.
Grazie a Barije e Giovanni, Anna e Chiara per la sensibilità e la puntualità degli interventi, grazie a tutti gli studenti che hanno partecipato al laboratorio video e agli scatti, grazie a tutti gli alunni e ai colleghi che hanno consentito di tenere aperta la mostra. Un onore aver lavorato con voi, ragazzi!
Ylenia D’Autilia


foto Mostra Tutti a casa (18)


Lettera da Lions Kairós

Gent.mo Dirigente Prof.ssa Marina Maino,

mi permetto di disturbarla per ringraziarla infinitamente per quanto Lei e il suo Istituto avete fatto per il progetto Lions Kairós, principalmente coadiuvati dalla grande professionalità e dedizione al servizio dimostrati dall’Insegnante Ylenia D’Autilia.

Lions KairósI risultati ottenuti sono stati davvero straordinari: dal bellissimo video (già pubblicato anche sul sito del progetto Kairós e sulle pagine collegate al progetto esistenti su Facebook) alla “potente” notizia dell’adozione della ragazzina a Betlemme, come ho avuto modo di leggere sull’articolo apparso sul Giornale di Vicenza, cosa che finora non ci era mai successa.

Il valore del lavoro svolto e dei risultati ottenuti è davvero importante e ci permetteremo di utilizzare il vostro esempio al fine di coinvolgere quanti più Istituti Superiori possibili in Italia.

Ci auguriamo quindi Le faccia piacere sapere che Lei e tutto il suo staff rappresentate per il nostro prKairòsogetto un magnifico punto di partenza per i ragazzi che ne usufruiranno anche in altri Istituti Superiori e che, grazie al vostro seme, faranno germogliare in tante altre Scuole bellissimi esempi di condivisione, inclusione e rispetto verso il Valore di qualsiasi Persona, al di là di ogni singola condizione.

Pregandola di estendere il nostro GRAZIE anche all’Insegnante Ylenia D’Autilia e a tutti i ragazzi coinvolti, con sincera stima, le porgo anche a nome di tutto il nostro gruppo i più cordiali saluti.

Per Lions Kairós, Erasmo Gastaldello

Dal “Garbin” di Schio all’“Effetà”

di Betlemme nasce un ponte di solidarietà

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Da ieri, durante la ricreazione, si è scatenata nella sede scledense dell’Istituto Professionale Statale per l’Industria e l’Artigianato (IPSIA) “Garbin” una vera e propria gara di solidarietà che si ripeterà il 25 novembre, il 2 e il 9 dicembre e, inoltre, durante i colloqui pomeridiani dell’11 dicembre, su iniziativa della classe 4CC, per il progetto “Garbin Solidale”.

In queste date è possibile acquistare delle fette di torta per supportare il sostegno a distanza di un bambino audioleso della scuola “Effetà” di Betlemme.

L’Istituto “Effetà Paolo VI” di Betlemme è una Scuola specializzata per la rieducazione audiofonetica dei bambini audiolesi residenti nei Territori Palestinesi. Le finalità principali del Centro sono la formazione e la preparazione dei suoi studenti ad affrontare la società con la consapevolezza che la sordità non è un ostacolo per un’affermazione personale nell’ambiente civile. Nel mondo un bambino su mille nasce totalmente o parzialmente audioleso; la sordità parziale o completa è la menomazione sensoriale più diffusa tra gli uomini, arrivando a coinvolgere nell’arco della vita 1 persona su 10.

In Palestina il 3% della popolazione ha problemi di udito. In alcuni villaggi particolarmente isolati la percentuale sale al 15% degli abitanti del posto, classificandosi così tra le più alte al mondo.

A Schio, in via Tito Livio, i banchetti da ieri sono presenti nella sede nuova del “Garbin” in zona distributori al primo piano e nella sede vecchia in atrio. Chiunque voglia contribuire portando una torta può contattare Anna Passaretti e Manuel Dal Santo di 4CC.

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‘Un’azione per quanto piccola lascia sempre un’impronta’ – spiega la Dirigente del “Garbin”, Marina Maino -; spero che questa bella iniziativa proposta dagli studenti di 4CC possa trovare il consenso di molti e abbia notevole successo grazie alla collaborazione e sensibilità di tutti’.

‘Nel Vangelo di Marco c’è un passaggio – spiega Sandro Pozza, professore di Religione della sede gemella del “Garbin” di Thiene – in cui Gesù guarisce un sordomuto, pronunciando appunto la parola “effetà” che significa “apriti”. Quel sordomuto, grazie all’intervento di Gesù, “si aprì”: prima era chiuso, isolato, per lui era molto difficile comunicare; la guarigione fu per lui un’apertura agli altri e al mondo, un’apertura che, partendo dagli organi dell’udito e della parola, coinvolgeva tutta la sua persona e la sua vita; finalmente poteva comunicare e quindi relazionarsi in modo nuovo’.

aiutaci

Nel Vangelo il sordomuto si apre; al “Garbin” di Schio gli alunni “aprono” lo sguardo verso Oriente per aiutare un bambino audioleso ad aprirsi.

Un gioco di parole per descrivere un gesto, pur semplice, ma fatto col cuore.

www.thieneonline.it

L’Ipsia “Garbin” a fianco di don Ciotti

… ricordando la sua visita nel 2002.

Al presidente di “Libera” arrivano la solidarietà e l’affetto dell’intero Istituto Professionale Statale per l’Industria e l’Artigianato “Garbin” di Schio, capeggiato dalla preside Marina Maino.
Solidarietà che arriva dopo che è stato svelato che un capomafia del calibro di Totò Riina un anno fa, di questi tempi, viene intercettato mentre, dialogando col “collega” pugliese Lorusso durante le ore d’aria nel carcere milanese di Opera, proferisce minacce di morte contro don Luigi Ciotti, fondatore e presidente di “Libera”, da lui paragonato ad un altro sacerdote antimafia, don Pino Puglisi, ucciso da “cosa nostra” a Palermo nel 1993 e proclamato beato dalla Chiesa nel maggio 2013.

Tantissime le manifestazioni di solidarietà giunte a questo prete di periferia dal mondo delle istituzioni attraverso la figura del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e dal mondo della Chiesa italiana attraverso la presidenza della CEI.
Il 28 maggio 2002 anche l’Ipsia “Garbin” aveva ospitato don Luigi in un’assemblea all’interno di un progetto sulla sicurezza, legalità e giustizia e la sua dedica ai giovani studenti è, dopo dodici anni, ancor oggi visibile appena si entra nell’Istituto Professionale scledense.
‘Oggi il “Garbin” è particolarmente sensibile a queste problematiche – spiega la preside Maino – tanto che anche lo scorso anno scolastico 2013-2014 sono state attivati dei progetti ad hoc e si è collaborato attivamente con “Libera”. Alcuni ragazzi sia di Schio che di Thiene hanno fatto dei soggiorni di più giorni in ambito di un progetto inteso a valorizzare la legalità e la lotta contro la mafia, anche con il sostegno economico del Comitato dei genitori’.
La professoressa Marina Maino ha voluto subito far sentire la sua vicinanza a don Ciotti scrivendo in questi giorni una lettera di vicinanza al fondatore del “Gruppo Abele” e di “Libera” che verrà consegnata direttamente dal prof. di Religione, Sandro Pozza, domenica prossima, 7 settembre, quando vedrà don Ciotti atteso a Padova in piazza della Frutta all’interno dell’iniziativa “Cena gratuita e per tutti”. ‘Don Ciotti è un prete di periferia – ribatte il prof. Pozza – e questa è la Chiesa
che piace a papa Francesco e che mi piacerebbe raccontare ai miei alunni durante quest’anno scolastico’.

di redazione Thiene on line